A proposito di Miss Italia


Miss Italia


Lettera aperta alla Presidente Boldrini


Gentilissima Presidente Boldrini,
non vi è cosa più triste di un provvedimento giusto che scaturisca da un presupposto sbagliato e sicuramente è questo il caso del provvedimento della Rai, che ha deciso di non mandare più in onda Miss Italia.
Lei ha espresso compiacimento e sono convinto che sia in assoluta buona fede: troppo alto è il suo livello culturale e troppo nobile e bella la Sua storia personale, per giustificare qualsiasi altra interpretazione.
Mi consenta, pertanto, di esporre il mio pensiero in merito.
Non mi è mai piaciuta Miss Italia e sono assolutamente d’accordo a che non venga trasmessa. Le ragioni, però, sono sostanzialmente diverse da quelle addotte dai vertici RAI e non intendo esporle qui, perché non sarebbe corretto. Chi mi conosce e mi segue sa bene cosa pensi di quel concorso. Quello che è importante analizzare, invece, è proprio il Suo pensiero, connesso a un pregiudizio: “Le ragazze italiane debbono poter andare in tv senza sfilare con un numero. Hanno altri talenti”.
Frase sostanzialmente condivisibile, alla luce della realtà contingente. Essa, però, proprio perché fa riferimento a un provvedimento ben preciso, cela tutto il pregiudizio che caratterizza chiunque, senza approfondire, si cimenti in analisi sociologiche che coinvolgano il mondo della moda e dello showbiz.
Facciamo un po’ di ordine “a prescindere” e quindi sganciando il Suo giudizio dal riferimento a Miss Italia, che a questo punto diventa ininfluente.
1) Una modella professionista lavora in un segmento molto importante del terziario e viene remunerata, (parliamo di contesti seri, non dello squallore che si registra in “provincia”), in funzione del suo talento e della sua bravura in passerella o in chiave pubblicitaria. Non vi è nulla di male se delle giovani donne, possedendo i giusti requisiti, si dedichino con impegno e determinazione all’esercizio di una professione che sia in grado di assicurare lauti guadagni e grandi soddisfazioni.
2) Ciò che va combattuto, con durezza e fermezza, è l’illusione che pervade stuoli di ragazzine, che popolano i “troppi” concorsi di bellezza disseminati nella nostra penisola, spesso organizzati da soggetti privi delle più elementari nozioni settoriali, pronti a iscrivere chiunque senza alcuna selezione, alimentando illusioni inevitabilmente destinate a trasformarsi in amare delusioni. Alle responsabilità dei “soggetti agenti” si sommano quelle dei genitori, troppo spesso illusi ancor più delle loro figlie. Ragazzine di 15 anni, con cellulite e pancetta, alte 162 cm, che dichiarino di voler diventare “modella” e “fotomodella”, rappresentano una triste realtà che impone a noi adulti di interrogarci sugli errori commessi in chiave “formativa”.
Non è criminalizzando un settore o censurandolo che si risolve il problema. Bisogna capire, innanzitutto, quale sia il vero “nemico”. E il vero nemico è ovunque: nelle persone che fagocitano, in quelle che spillano soldi con corsi inutili, nella propensione ad accettare ogni sorta di compromesso pur di avere il famoso “quarto d’ora” di celebrità.
Occorre lavorare, e molto, cara Presidente, nelle scuole, formando prima i docenti affinché fungano da “freno” alla deriva populista delle giovanissime, troppo condizionate da una televisione scialba e fagocitante.
Non è evitando la messa in onda di Miss Italia che si risolve il problema, ma formando una generazione che sappia effettuare le scelte più giuste per valorizzarsi in ambito professionale.
Compito non facile, come facilmente intuibile, in un paese in cui fungono da esempio, per tante giovanissime, le cosiddette “olgettine”, che hanno vita facile (e che vita!) sol perché sono entrate in un “harem”.
Sa cosa mi scrissero sulla bacheca di Facebook (scherzando, spiegarono loro, ma non so fino a che punto) tre giovani amiche modelle? Glielo rivelo: “Caro Lino, noi ti vogliamo bene e lo sai. Vediamo, però, che le ragazze che frequentano Tarantini vanno a cena da Berlusconi e poi fanno una bellissima carriera o in politica o nel mondo dello spettacolo. Tu al massimo ci porti in pizzeria e qualche volta la pizza fa pure schifo. Noi continuiamo a volerti bene… però… ;-)”.
Ecco il punto. Incominciamo noi adulti a creare una società migliore. Educhiamo bene i nostri figli. Facciamo in modo che le facili illusioni siano sostituite da pensieri più attinenti alla “vita” nel suo fluire naturale e non fittizio o artificiale e vedrà che tanti problemi saranno risolti alla fonte. Dopo magari, non sarà più nemmeno necessario bandire Miss Italia, che con un format rinnovato e la risoluzione di qualche altro problema, potrà continuare tranquillamente a selezionare giovani bellezze da introdurre in un contesto professionale.
Nell’attesa, mi sia concesso di magnificare chi questo processo evolutivo lo ha già compiuto, trasformandosi in qualcosa di estremamente raffinato e professionale.
THE LOOK OF THE YEAR, nato nel 1983 come concorso di bellezza internazionale di altissimo profilo qualitativo, dal 2006 è un importante premio alla moda.
Ecco, se la RAI vuole sostituire Miss Italia con qualcosa di veramente valido, venga a Taormina dal 24 al 31 agosto. Lì la parola bellezza è soppiantata da “bravura” e “talento” e il livello è così alto da stroncare subito quel velleitarismo troppo facilmente alimentato altrove.
(Lino Lavorgna)

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